Il Turismo che verrà
Pubblicato da Mino Reganato in Turismo · 6 Luglio 2024
Tags: futuro, turismo, sostenibile, impatto, zero
Tags: futuro, turismo, sostenibile, impatto, zero
Il prossimo
futuro del turismo subirà certamente una continua e più celere trasformazione,
basata sulla sostenibilità, sulla tecnologia e soprattutto accompagnerà le
preferenze e le aspettative dei turisti.
La
sostenibilità anche grazie a una crescente componente di consapevolezza di
dover salvaguardare i luoghi e le pratiche durante un soggiorno, costituiranno
il “leitmotiv” della gestione dei soggiorni turistici con comportamenti volti a
ridurre al minimo l’impatto ambientale. Indirizzate al pieno rispetto delle
culture locali, in un mondo che deve affrontare sfide ambientali ed erosione
culturale, l'adozione di pratiche sostenibili e responsabili è fondamentale per
rappresentare propriamente il turismo del domani con il passaggio obbligato
attraverso alcuni principi guida, anche coattivi che danno priorità alla
gestione dell'ambiente, al benessere delle comunità e alla sensibilità
culturale.
Il turismo
responsabile in questo modo, si confronta con le culture locali in modo
rispettoso, sostenendo le iniziative condotte dalle comunità e ottenendo così,
esperienze autentiche che vanno a beneficio sia per i turisti ma anche dei
residenti. Ma tutto ciò, richiede uno sforzo collettivo da parte di tutti gli
attori, siano questi abitanti, aziende, amministratori locali e turisti, tutti
e dico tutti, impegnati a creare e soprattutto mantenere una condizione
ambientale etica e sostenibile. Anche dalle piccole pratiche quotidiane come ad
esempio l'uso di bottiglie d'acqua e borse della spesa da riutilizzare sino
allo sviluppo dei mezzi di trasporto eco-compatibili soprattutto nei centri
storici, ogni piccola scelta eco-compatibile si aggiunge a un significativo
impatto positivo sull'ambiente.
Qui,
l'educazione dei turisti e delle parti interessate è fondamentale per
promuovere tale condizione. I turisti devono essere consapevoli del loro
impatto sull'ambiente e sulle comunità locali, mentre le parti interessate,
come gli operatori turistici e i proprietari di hotel, che svolgono un ruolo
fondamentale nell'attuazione di pratiche responsabili devono necessariamente
essere “formati” continuamente. In un recente articolo ho ipotizzato una sorta
di abilitazione per gestire aziende alberghiere e turistiche che obblighino una
formazione continua e periodica al fine di mantenere lo status professionale ed
essere eruditi alle persistenti evoluzioni al quale il turismo è assoggettato.
Ciò potrebbe a mio avviso creare i presupposti di offrire un servizio sempre al
passo dei tempi e soddisfare le aspettativi del turista, sensibilizzando e
fornendo risorse educative anche per una gestione più sostenibile.
Altresì, il
sostegno dei governi è essenziale per portare avanti le iniziative per un
turismo sostenibile. Le politiche e i regolamenti possono contribuire a far
rispettare le pratiche responsabili, a incoraggiare gli investimenti in
infrastrutture ecocompatibili e a promuovere il turismo sostenibile come una
priorità. Lavorando insieme alle amministrazioni territoriali, possiamo creare
un'industria del turismo più sostenibile, a beneficio sia delle persone che del
pianeta.
La
sostenibilità è anche inclusione del cibo e delle tradizioni di un’area
geografica specifica e ciò alimenta il fenomeno della vacanza esperienziale che
ha in sé due momenti fondamentali: la percezione di vivere esperienze diverse e uniche dalla
quotidianità del proprio luogo di origine e successivamente, una fase di
riflessione che induce a meglio comprendere e mettere in atto, pratiche
indirizzate alla conservazione delle culture locali e rispetto dell’ambiente.
E quindi basta
con i fast food, con i kebabbari, con discutibili carbonare e amatriciane
offerte a Trento o Bolzano, di buffet insipidi di hotel anonimi (con
quest’ultimi che dovrebbero invece esaltare la cucina del posto). Non che
personalmente sia contro l’interscambio culinario, scusatemi pure, ma non
ammetto che in un contesto attrattore di flussi turistici per ragioni afferenti
alle unicità dei luoghi siano queste monumentali, storiche o culturali non
venga esaltata la gastronomia territoriale che rispecchia probabilmente, una
delle aspettative più importanti del turista. Quindi ben vengano, corsi di
cucina con chef locali, tour gastronomici incentrati su ingredienti freschi e
biologici del posto, i viaggiatori non cercano solo piatti visti sui social, ma
specialità che nutrano anche l'anima.
Anche la
tecnologia gioca un ruolo fondamentale con sviluppi della A.I. che permetterà
di far conoscere nuove destinazioni unitamente alle loro unicità. Ecco perché è
di estrema importanza poter offrire la propria cultura, la propria storia, la
propria tradizione anche culinaria. I turisti cercano esperienze autentiche,
fuori dai centri ultra inflazionati, dunque il panorama turistico si evolve
continuamente per soddisfare queste aspettative e bisognerà essere pronti a
subire profondi cambiamenti, dando forma a nuovi paradigmi ed esperienze.
In
conclusione, il futuro del turismo promette sostenibilità, esperienze
personalizzate e una connessione più profonda con le destinazioni, anche
piccole, di tutto il mondo. Poiché i viaggiatori cercano interazioni
significative, avventure fuori dai centri iper battuti e soggiorni incentrati
sul benessere, l'industria del turismo si dovrà adattare a soddisfare queste
esigenze in continua evoluzione. Abbracciando l'innovazione e le pratiche
responsabili, il turismo del futuro è destinato a offrire esperienze
arricchenti che non solo deliziano, ma contribuiscono anche positivamente ai
nuovi territori che esploriamo. Quindi, operatori, imprenditori e
professionisti del turismo, preparatevi a entrare in una nuova era in cui le
possibilità di “fare turismo” sono infinite e un soggiorno arricchisce quanto
la destinazione stessa ma a una condizione, schematizzata da una “massima” di
Wilma Mankiller, nota politica ed attivista statunitense che cita: “Io penso
che nessuno in nessuna parte del mondo possa parlare di futuro del proprio
popolo o della propria organizzazione senza parlare di formazione”.
Mino Reganato
Non sono presenti ancora recensioni.